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LA SCIENZA E LE PROMESSE DELL’ACQUA AL FULLERENE

Questo articolo in italiano è stato concesso in uso dalla Nexus Edizioni e pubblicato nella rivista numero 114 di marzo 2015

È stato dimostrato che l’acqua contenente fullereni, o molecole sferiche di carbonio, ha potenti proprietà antiossidanti e detossificanti. Può inoltre proteggere dall’esposizione alle radiazioni e neutralizzare le sostanze nocive che si diffondono attraverso l’acqua, ad esempio patogeni, metalli pesanti, nitrati e pesticidi.

Un approccio rivoluzionario per contrastare l’esposizione a dosi letali di radiazioni

È ormai da decenni che si sta portando avanti una ricerca per trovare dei radioprotettori davvero efficaci. I nuovi radioprotettori – composti chimici usati per proteggere gli organismi viventi dalle radiazioni ionizzanti – vengono testati in condizioni molto rigide. Gli astronauti, per esempio, hanno bisogno di proteggersi dall’esposizione a livelli di radiazioni estremamente elevati quando attraversano le fasce di Van Allen. Il Sole stesso, con poco preavviso, può inondare la Terra di espulsioni di massa coronale di classe X, e da qui nasce un’ulteriore necessità di radioprotettori.

E poi c’è anche uno strato di particolati radioattivi provenienti da Fukushima, in Giappone, a minacciare la nostra atmosfera. I fenomeni meteorologici (pioggia, neve, tempeste) tendono a portare questo strato verso il basso, e molte località si trovano dunque a sopportare sporadicamente degli incrementi della radiazione di fondo fino a 10 volte sopra la norma. Il NETC [Centro di controllo per le emergenze nucleari] pubblica i livelli di allerta RADCON che vengono aggiornati a intervalli di 1 minuto in tutte le parti del mondo (cfr. http://www.netc.com/).

Oggi più che mai è impellente la necessità di un nuovo concetto per risolvere queste problematiche. Le radiazioni sono aumentate a un livello tale da non poter più fare a meno di una certa forma di protezione o integrazione per gestire il nuovo tipo di esposizione cui siamo soggetti. Da sempre, nelle nostre cassette dei medicinali si trovano il carbone attivo e altri composti associati a base di carbonio: oggi accogliamo i recenti studi ucraini e russi sui fullereni, un gruppo di speciali strutture carboniche che intrappolano l’acqua all’interno di specifiche superfici geometriche. Si tratta di una delle direzioni più recenti nello studio della natura e struttura dell’acqua.

fullerene
fullerene

Figura 1: il fullerene C60 confrontato ad un pallone da calcio

L’acqua al fullerene per la detossificazione e la protezione da radiazioni

È stato dimostrato che l’acqua al fullerene ha proprietà benefiche notevoli (cfr. http://www.c60water.com/en/protection.html). Apparentemente aumenta la capacità del fegato di detossificare ed espellere le sostanze tossiche. Per esempio, per prevenire o mitigare gli effetti dell’ebbrezza è sufficiente bere in abbondanza questa acqua prima o dopo l’assunzione di alcolici. Si dovrebbe fare lo stesso nel caso di un possibile rischio di tossicità o avvelenamento da cibo. Gli studi pre-clinici dell’Università nazionale di farmacia, Ucraina, hanno rilevato che l’acqua al fullerene facilita il ripristino dei processi emodinamici (flusso sanguigno) e trofici nel fegato, e inoltre ha un pronunciato effetto epatoprotettivo. Studi clinici dell’Università medica nazionale di Charkiv, Ucraina, sui trattamenti con acqua al fullerene per pazienti con epatiti croniche di origine tossica hanno dimostrato un calo significativo delle manifestazioni cliniche della malattia, della frequenza delle sindromi citolitiche, delle infiammazioni immunitarie e delle deficienze di cellule epatiche. Si suggerisce dunque di inserire l’acqua al fullerene nel trattamento combinato delle patologie epatiche dall’eziologia virale e tossica. Gli studi pre-clinici hanno dimostrato che l’acqua contenente molecole di carbonio produceva un effetto cardioprotettivo inibendo l’intossicazione miocardica e creando un pronunciato effetto normalizzante sulla funzionalità del muscolo cardiaco.

Nei modelli sperimentali di alcolizzazione, l’acqua al fullerene proteggeva efficacemente gli animali dagli effetti tossici dell’alcol nel contesto dell’azione cronica prolungata di dosi di etilene, e preveniva le lesioni dei tessuti del cervello e del fegato, ovvero gli organi più esposti agli effetti dell’alcol.

I ricercatori dell’Istituto per i composti fisiologicamente attivi di Charkiv, Ucraina, l’Istituto di biofisica teoretica e sperimentale di Puščino, Russia, e altri istituti hanno esposto dei ratti a dosi di raggi X che inducevano la malattia acuta da radiazione e successivamente la morte di tutti gli animali. L’uso dell’acqua al fullerene ha fatto sopravvivere il 15% degli animali, e alcuni studi successivi hanno mostrato un tasso di sopravvivenza addirittura molto più alto.

Gli studi pre-clinici all’Istituto Grigoriev di radiologia medica dell’Accademia nazionale di scienze mediche dell’Ucraina hanno testato l’effetto di quest’acqua su dosi di radiazioni minori. Nel gruppo sperimentale di ratti a cui veniva somministrata acqua comune, il 37% era morto dopo l’esposizione alle radiazioni. L’assunzione di acqua al fullerene per un periodo di 15 giorni (5 giorni prima dell’esposizione e 10 giorni dopo) ha fatto sopravvivere il 95% degli animali, e il decorso della malattia da radiazione era visibilmente meno grave.

L’acqua al fullerene è consigliata a coloro che, per via della loro attività professionale o per scopi diagnostici, saranno, sono o sono stati esposti a radiazioni ionizzanti.

Nel maggio 2011, l’Istituto per i composti fisiologicamente attivi ha offerto assistenza al governo giapponese, tramite l’ambasciatore ucraino, per aiutare le persone che si sono ammalate dopo l’esposizione alle radiazioni dovuta al disastro della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. A quanto sembra, l’offerta non è stata accettata.

La scoperta e le strutture dei fullereni

Le gocce di rugiada si formano durante il raffreddamento del vapore acqueo. Quando il vapore di grafite si raffredda, si formano delle “goccioline” di atomi di carbonio. Queste palline di carbonio furono scoperte nel 1985. Sessanta atomi di carbonio formano una sfera che assomiglia in modo impressionante a un pallone da calcio, ma 200 milioni di volte più piccolo. Come il pallone da calcio, la molecola di carbonio è vuota all’interno. Data questa somiglianza, i ricercatori volevano inizialmente battezzare la molecola footballene, ma poi decisero di rendere omaggio all’architetto americano R. Buckminster Fuller – inventore della cupola geodetica, che assomiglia a questa molecola di carbonio – chiamandola “buckminsterfullerene C60”, abbreviato in “fullerene C60” (figura 1).

I fiori a cinque petali, le stelle marine e le biomolecole umane sono monosimmetrici. La molecola di fullerene C60 ha sei assi di rotazione quintupli e numerosi altri attributi geometrici notevoli. Si tratta dell’unica molecola in natura che presenti una simmetria tanto unica. Vale la pena di notare che queste molecole di carbonio furono scoperte per la prima volta in laboratorio e solo successivamente in natura, nelle shungiti della Carelia settentrionale, a nord-ovest della Russia, e poi nelle folgoriti di Stati Uniti e India. Inoltre sono presenti in alcune tipologie di carbone attivo. In natura, i fullereni si formano per azione dei fulmini, della combustione di gas naturali e delle eruzioni vulcaniche. Nel 2010 sono state trovate grandi quantità di fullereni nello spazio, sotto forma di gas, e nel 2012 si è scoperta anche la forma solida. Nel 2011, alcuni ricercatori hanno pubblicato i risultati delle analisi di campioni di aria prelevati sopra il mar Mediterraneo: avevano trovato fullereni in tutti i 43 campioni raccolti da Barcellona a Instanbul.

L’acqua ingabbiata nelle sfere

Il fullerene è un allotropo del carbonio, ovvero esiste in forme diverse. È 100 volte più resistente del diamante o della grafite. I fullereni possono essere di diversi tipi – C60, C70, ecc. – a seconda del numero di atomi di carbonio che li formano. Il più stabile, nonché il più studiato, è il C60 che ha 60 atomi di carbonio. Si tratta dell’unica forma molecolare del carbonio, mentre il diamante e la grafite sono forme cristalline con una certa disposizione spaziale reticolare degli atomi di carbonio. La natura ha radunato in un unico oggetto molti concetti contraddittori. Il fullerene è l’anello di congiunzione fra la materia organica e inorganica. È contemporaneamente una molecola, una particella e un cluster. Il diametro della molecola di C60 è di 1 nanometro.

Se guardiamo all’interno del fullerene, troveremo solo un vuoto attraversato da campi elettromagnetici contenenti “nulla”: una “bolla di vuoto” racchiusa in un guscio di carbonio. Ciò non si concilia con la famosa tesi per cui il vuoto non è tollerato in natura. Il vuoto e la materia sono due cardini dell’universo, che si uniscono armoniosamente in una sola molecola. Il guscio di carbonio del fullerene non consente che vi penetrino particelle di materia (ioni, atomi o molecole), tuttavia gli spazi fra gli atomi di carbonio consentono l’ingresso di molecole piccole come quelle di acqua e atomi come l’idrogeno (figura 2).

molecola d'acqua catturata all'interno di un fullerene
Figura 2: una molecola d'acqua catturata all'interno di un fullerene C60

I benefici dell’acqua al fullerene per la salute

Fra le proprietà fondamentali dei fullereni, che sono evidenti sia a livello della cellula che dell’intero organismo, ci sono le loro incredibili azioni antiossidanti. Sopprimono i processi di perossidazione e ossidazione dei radicali liberi e si comportano come gli antiossidanti più potenti e duraturi che si conoscano.

Negli atomi di ossigeno impiegati per contrastare i radicali liberi manca un singolo elettrone, che essi possono sottrarre a una cellula vivente. L’attività antiossidante di un fullerene ha un effetto di 1.000 volte superiore rispetto a qualsiasi altro antiossidante noto (come la vitamina E o il β-carotene).

Essendo accettori di elettroni, i fullereni sono in grado di interagire selettivamente con altre molecole. In ambiente acquoso, trasferiscono questa proprietà attraverso strati di acqua ordinati anche a una distanza considerevole dalla propria superficie. Questa azione filtra e ristruttura l’acqua all’interno dell’organismo. Si ritiene che sia proprio la struttura geometrica del fullerene a ristrutturare l’acqua.

I fullereni normalizzano il metabolismo cellulare, aumentano l’attività enzimatica e rafforzano la stabilità della cellula, fra cui il suo apparato genetico, contro le influenze esterne (calore, virus, ecc.). Di conseguenza, la capacità rigenerativa dei tessuti corporei migliora.

In più, i fullereni normalizzano i processi nervosi, influendo sullo scambio di neurotrasmettitori e migliorando la capacità di sollecitazione e la resistenza allo stress. Inoltre i fullereni hanno espliciti effetti antinfiammatori e antistaminici e dunque possono alleviare il dolore, inibire lo sviluppo di molte malattie allergiche e migliorare l’immunità. I fullereni funzionano anche a dosaggi ultrabassi (come nell’omeopatia) e i loro effetti possono durare mesi, anche dopo una singola dose. Gli studi in quest’area iniziarono con il Dott. Rustum Roy della Pennsylvania State University. Con il trattamento al fullerene, molte patologie di un organismo vivente si possono sconfiggere ripristinando la buona salute.

fullerene C60 all'interno di un nanotubo più grande
Figura 3: rappresentazione artistica di piccole molecole di C60 all'interno di un nanotubo più grande

I fullereni in natura

I fullereni si trovano ovunque in natura, specialmente dove coesistono carbonio ed elevata energia. Si possono trovare vicino alle stelle al carbonio, nello spazio interstellare, nei luoghi in cui si è abbattuto un fulmine e vicino ai crateri dei vulcani. Si formano persino nei fornelli a gas di casa o nella fiamma di un comune accendino, con la combustione del gas. I fullereni possono inoltre formare dei nanotubi di carbonio (figura 3) e diventare superconduttori.

Sono stati trovati fullereni in corrispondenza di antichi depositi di carbone. A questo proposito il minerale shungite della Carelia rappresenta un caso speciale. Queste rocce sono composte fino all’80% da carbonio puro e risalgono a circa 2 miliardi di anni fa. La natura della loro origine non è tuttora stata chiarita. Un’ipotesi è che si fossero formate dall’impatto con un grosso meteorite di carbonio.

I fullereni naturali furono trovati nella shungite nel 1992. Già nel 1999, sfruttando l’idea di una soluzione acquosa di fullerene idrato, un laboratorio riuscì a estrarre e individuare il fullerene nella shungite di tipo I a elevato contenuto di carbonio, ma solo il C60.

In Carelia, fin dall’epoca di Pietro il Grande, era famosa per le sue proprietà terapeutiche una fonte nota con il nome di Acque Marziali. Si pensava che a conferire le proprietà curative fosse l’elevato contenuto di ferro, tuttavia esistono molte fonti che contengono ferro ma con effetti medicinali piuttosto limitati. Fu solo con il ritrovamento dei fullereni nelle rocce di shungite, attraverso cui scaturisce la fonte, che si poté ipotizzare un ruolo fondamentale del fullerene per gli effetti benefici delle Acque Marziali.

Con la conservazione, però, questi cluster vivifici si disintegrano. I fullereni non si sciolgono spontaneamente nell’acqua. È per questo che non c’è un elemento strutturante in grado di preservare per lunghi periodi i cluster di acqua ordinati. Quest’acqua ritorna in breve tempo ad avere le proprietà dell’acqua normale. Inoltre, gli stessi ioni presenti ricostruiscono le strutture originali dell’acqua, formando dei propri cluster idrati. L’acqua al fullerene comprende semplicemente delle sfere di carbonio disciolte in acqua. Ma quando l’acqua viene a contatto con il fullerene, ristruttura il rapporto fra ogni fullerene e il successivo, formando un nanotubo.

struttura bidimensionale di grafene
Figura 4: rappresentazione artistica di piccole molecole di C60 all'interno di un nanotubo più grande

Nanotubi di carbonio

I nanotubi di carbonio sono forme di carbonio (come il diamante) con una nanostruttura cilindrica. Sono stati creati nanotubi con un rapporto lunghezza/diametro fino a 132.000.000:1, decisamente più alto rispetto a quello di ogni altro materiale noto fino a oggi. I loro legami sono perfino più forti di quelli del diamante.

Queste molecole di carbonio cilindriche presentano proprietà insolite. In particolare, grazie alla loro straordinaria conduttività termica e le proprietà meccaniche ed elettriche, i nanotubi di carbonio si usano come additivi per vari materiali strutturali. Per esempio, sono contenuti in piccola parte in alcuni prodotti costituiti principalmente da fibra di carbonio, come mazze da baseball e da golf e parti di automobili.

I nanotubi sono membri della famiglia strutturale del fullerene. Prendono il nome dalla struttura lunga e cava; le loro pareti sono formate da fogli di carbonio dello spessore di un atomo chiamati “grafene” (figura 4). Questi fogli si avvolgono su angoli specifici e distinti (immagine a specchio), e la combinazione dell’angolo di avvolgimento e del raggio determina le proprietà del nanotubo.

I nanotubi si dividono in nanotubi a parete singola (SWNT) e a parete multipla (MWNT) (figura 5). I singoli nanotubi si allineano naturalmente in “corde”, tenute assieme dalle forze di Van der Walls; più specificamente, si parla di pi-stacking.

nanotuboli di carbonio
Figura 5: un nanotubo a parete multipla

La shungite per depurare l’acqua

I fullereni in forma di nanotubi diventano dei filtri per tossine quali i particolati radioattivi e gli ioni di metalli pesanti. Se messi nell’acqua, i fullereni della shungite ricca di carbonio attraggono e neutralizzano i contaminanti dell’acqua.

Fin dagli anni Novanta, in Russia, la shungite è utilizzata commercialmente come mezzo di filtraggio/depurazione dell’acqua (cfr. http://tinyurl.com/poaptct). Fra i contaminanti che essa può eliminare figurano batteri patogeni e altri microbi, nitrati, rame, magnesio, ferro, metalli pesanti, pesticidi, sostanze organiche volatili, farmaci e composti di cloro e fluoro. La shungite è inoltre in grado di pulire visibilmente l’acqua sporca e neutralizzare il sapore acido. Uno dei motivi per cui la shungite può neutralizzare i contaminanti è il suo contenuto in fullerene in grado di trattenere un’enorme quantità di idrogeno.

La capacità della shungite di depurare l’acqua è decisamente superiore alla filtrazione sui carboni attivi, come dimostrato dall’acqua del lago Onega vicino ai depositi di shungite in Carelia, Russia. L’acqua del lago si può bere senza sottoporla ad alcun trattamento: è il risultato di migliaia di anni di interazione con la shungite. Durante gli anni Novanta si svolsero numerosi esperimenti e studi sull’influenza della shungite sul corpo umano. Si è registrata l’elevata capacità ossidoriduttiva del minerale, e l’acqua alla shungite è nota per il suo effetto antiossidante. Gli scienziati sono giunti alla conclusione che l’acqua alla shungite è assolutamente atossica.

Inoltre si è riscontrato che l’acqua alla shungite ha un potente effetto antibatterico. Durante un esperimento, dell’acqua alla shungite era stata contaminata con batteri Streptococcus di gruppo A e D. Dopo solo mezz’ora, grazie alla shungite la concentrazione dello Streptococcus di gruppo D si era ridotta di 100 volte e quella del gruppo A di 900 volte!

I fullereni offrono possibilità illimitate per prevenire e curare i disturbi da radiazioni, migliorare la salute e neutralizzare le tossine ambientali.

di Richard Alan Miller

© 2014 - E-mail: rick@nwbotanicals.org

Siti Web:

www.richardalanmiller.com

www.oak-publishing.com

L’autore:

Richard Alan Miller vive in Oregon, negli USA. È un medico ed erborista che si dedica alla coltivazione e commercializzazione di prodotti botanici. Il suo interesse per i fullereni come possibile rimedio per l’esposizione alle radiazioni è nato a causa di esperienze personali con i danni da radiazioni.

Autore di diversi studi e libri su metafisica, parapsicologia e agricoltura alternativa, ha scritto di recente Power Tools for the 21st Century e ESP Induction through Forms of Self- Hypnosis. Recentemente ha scritto per NEXUS “Le nuove direzioni del controllo mentale” (105), “Induzione di ESP tramite auto-ipnosi” (86) e “Fungo medicinale: il Cordyceps sinensis” (81). Può essere contattato per posta elettronica all’indirizzo rick@nwbotanicals.org.

Per maggiori informazioni si visitino i siti http://www.richardalanmiller.com e http://www.nwbotanicals.org.

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